
Dentro Menabò
Alla prima metà del Novecento, con il suo stile frammentario e rivoluzionario, Walter Benjamin si interrogava sulle finalità delle riviste letterarie. Il filosofo tedesco, oltre all’accezione informativa-dilettantistica, riteneva molti progetti editoriali come uno speculum tra scrittura e memoria (Mondello:1985; Gubert: 2025; Zambrin: 2021). L’attuale panorama delle riviste italiane si mostra globalmente composito e attiguo alle teorie di Pierre Bourdieu. Il sociologo riteneva i periodici come spazio preposto alla legittimazione degli autori, nonché come luogo di sottese dinamiche di inclusione-esclusione (Bourdieu: 1992; Paolucci:2014).
Il punto è stato affrontato da Carla Gubert in occasione della presentazione del progetto Circe (Catalogo Informativo Riviste Culturali Europee). Si tratta di un programma nato per favorire la fruizione digitale di celebri riviste del Novecento: «La Voce», «La Ronda», «La Solaria» (Segre: 1998; Gubert:2025). D’altra parte, l’odierno e sempre più frequente impiego di supporti informatizzati ha determinato un cambiamento nell’accessibilità, nel recupero e nella lettura dei periodici. Da tale approccio derivano fattori positivi, come il rapido accesso ai contenuti, ma anche rischi rappresentati dalla perdita della memoria storica e dalla flessione dell’originario ruolo attribuito alle riviste cartacee (Zambrin:2021; Liberti: 2024).
Menabò, Rivista Internazionale di cultura poetica e letteraria, si inserisce pienamente nella menzionata visione benjaminiana. Il periodico è stato fondato da Elio Scarciglia nel 2018, con lo scopo di raccontare le molteplici sfumature della cultura (letteratura, poesia, cinema, teatro e storia). Un progetto dichiaratamente ambizioso, in quanto orientato ad incentivare, tramite un approccio interdisciplinare e inclusivo, l’interazione tra autori di paesi europei ed extraeuropei.
Menabò vanta un’agile versione cartacea, alla quale procede collateralmente un ampio ventaglio di articoli e recensioni presenti sull’attiguo spazio digitale (Menabò online). Tale impostazione ha garantito la nascita di un archivio organico e facilmente reperibile alla comunità dei lettori. Gli autori variano per età, per esperienza nel campo della letteratura, della poesia e per i contenuti proposti.
In questo contesto non mi è possibile procedere con una rassegna analitica di un’attività editoriale storicizzata e consolidata sul piano internazionale, proprio per la sua prolificità culturale. Si cercherà, pertanto, di fornire alcune coordinate essenziali sugli spazi che si confermano come una costante dei numeri precedenti della rivista e di quelli invece più recenti. Relativamente a quest’ultimi, per quanto riguarda i contenuti, il lettore è invitato alla visione dei relativi indici.
Le varie edizioni di Menabò si distinguono per la notevole cura iconografica, che mostra un autonomo percorso narrativo. In molte edizioni vengono affrontati temi afferenti alla situazione geopolitica, con uno sguardo costante all’attualità, dove chi scrive si dimostra attento ad osservare e sottolineare come, proprio tramite la lettura e la scrittura, sia importante condividere «pensieri e azioni rivolti a contrastare il disordine guerresco che rabbuia questi ultimi nostri anni» (Menabò 18, p.5).
In Menabò vi è un articolato spazio dedicato alla storia della letteratura, in particolare alla funzione rivestita da scrittori attivi durante momenti cruciali della storia italiana. Attenzionata è la storia delle emozioni e dei sentimenti, come emerge, ad esempio, nella minuziosa analisi presentata nel numero diciotto, nel quale vengono indagate le cause che muovono la malinconia di Lord Byron nel tormentato rapporto con la vita e con Augusta Leigh. Preziose sono le rubriche, fiore all’occhiello del periodico. Il «Doposcena», rubrica a cura di Carlo Alberto Sitta, svela aneddoti singolari concernenti la vita di personaggi noti e meno noti della storia della letteratura e del cinema. «L’Invito alla lettura», sezione curata da Mariangela Ruggiu, Virginia Farina e Carol Guarascio, si impegna invece ad un costante e ragionato processo di sensibilizzazione alla lettura, promuovendo i nuovi titoli di Terra d’Ulivi Edizioni.
Tutti i contributi di Menabò si distinguono per uno stile ricercato, per un buon equilibrio nella scelta degli argomenti e per la semplicità nel restituire aspetti cruciali della storia, della letteratura, della poesia e del cinema. L’impianto internazionale e storico della rivista emerge dall’apertura verso la letteratura non unicamente italiana. Ad esempio, oltre i diversi profili letterari presentati negli altri numeri, il bel contributo dedicato a Boleslaw Lésmian, considerato come il Tolkien polacco della poesia, costituisce un valido indizio (Krzyżanowski: 1998). Piacevoli le disamine storiche, che si presentano come spazio per lo scandaglio di diverse epoche. Interessanti, al riguardo, le analisi dedicate alla condizione femminile nella storia sociale e culturale, nonché lo studio dei caratteri tipici della regalità moderna (Kantorowicz: 2012).
Infine, è utile segnalare altresì il carattere dialogico della rivista, in quanto molti interventi si presentano come concreta opportunità per conoscere l’attività degli autori e l’identità della loro scrittura. La Stanza critica di Francesco Palmieri ottempera proprio a questa funzione delicata e dinamica. Pregevole è inoltre la rubrica critica dedicata ai Nobel mancati, campo nel quale si sta distinguendo la zelante attività di ricerca di Gianni Antonio Palumbo, i cui articoli potrebbero costituire un futuro e aggiornato corpus monografico.
Anche in Menabò online i temi variano dalla letteratura alla poesia, dalla storia all’arte alla critica storica, dall’antropologia all’attualità. Le statistiche relative a questa sezione confermano un pubblico numeroso e visibilmente affezionato alla lettura tramite l’impiego di supporti informatici. In questo contesto, cartaceo e digitale non si dimostrano dunque sovrapposti, bensì processi speculari di un medesimo progetto. Entrambi confermano Menabò come una sorta di network culturale, nel quale trovano spazio interventi finalizzati a informare, educare e volgere lo sguardo al passato e al presente.
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Bibliografia
Bourdieu, P. (1992). Les règles de l’art: Genèse et structure du champ littéraire. Paris: Seuil.
Kantorowicz, E. H. (1997). The king's two bodies: A study in mediaeval political theology. Princeton University Press.
Krzyżanowski, J. R. (1998). Bolesław Leśmian. In Encyclopaedia Britannica.
Liberti, G. A. (2024). Opportunità e rischi delle edizioni scientifiche digitali. Laboratorio dell'ISPF. Rivista elettronica di testi, saggi e strumenti, 21.
Menabò: Rivista internazionale di cultura e poesia. (n.d.). Menabò, 18, 5.
Mondello, E. (1985). Gli anni delle riviste. Le riviste letterarie dal 1945 agli anni Ottanta con un repertorio di 173 periodici. Milella.
Paolucci, G. (2011). Introduzione a Bourdieu. Laterza.
Segre, C. (1998). La letteratura italiana del Novecento. Laterza
Gubert, C. (2025, 15 aprile). L’attualità delle riviste. Il progetto Circe. Centro Apice, Università degli Studi di Milano.
Zambrin, P. (2022, 25 maggio). Le riviste di cultura in Italia: problemi e prospettive. Diacritica.
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