
Gloria alla poesia
Le poesie di Gloria Riggio – recentemente uscita con la raccolta Ave Maria Piena di Rabbia, edita da Becco Giallo – sono un impasto sonoro, denso e vibrante. Le sue parole si condensano e si muovono come pietre vive, aggrumate, instabili. La preghiera che le attraversa, spogliata di ogni sacralità simbolica, è profondamente profana e disarmante: spiazza il lettore, lo mette a nudo, lo costringe a fare i conti non tanto con il proprio ruolo politico o sociale, ma con la propria responsabilità più radicale – quella di essere umano, partecipe di una storia collettiva, che è la storia di tutti.
La rabbia lo contagia ma agisce piuttosto come antidoto, dando un volto al dolore e tracciandone i confini.
La voce dell'autrice – ascoltabile nei molti contributi disponibili online – veicola le ferite, le debolezze delle donne, soprattutto, minando le radici della nostra ottusità, costringendoci a confrontarci con tematiche difficili come la violenza, l'abuso, la maternità non convenzionale.
Il ritmo è preciso, estatico; si alternano pagine bianche e pagine nere; il corredo di immagini è di grande impatto, dissacrante, a cominciare dalla copertina.
Il veto dell’uomo sull’uomo / in vetro è ridotto dal suono / del vento che porta in suo dono / un ventre di mare in risacca: una scarpa e un pezzo di giacca, / un occhio che sembra una biglia, una treccia, un fiocco, una ciglia, / un padre, una voce, una figlia, una frase che tronca assomiglia / all’ultimo pezzo di chiglia, arenato / sulla sabbia ferita.
C’è un mare che attraversa queste pagine – è il mare di Sicilia, ma ha perduto l’azzurro: è insanguinato, ferito, insozzato dalle troppe morti di uomini che cercavano soltanto la libertà.
Attraverso la sua poesia, l’autrice non solo denuncia, ma incide una traccia: ci insegna che la parola, quando è autentica, può farsi atto, gesto, trasformazione.
Le parole possono fare cose straordinarie./ Esempi pratici: [la poesia (scontato)], le formule magiche / i proverbi, le preghiere; / di più: convocare il sentire, divertire, immaginare, / sgomitolarsi / di più: nominare il mondo nascosto, quello circostante; / di più: tutelare, individuare i varchi e le soglie della libertà; / di più: profilare il corpo, gli slanci, il respiro, i lividi; / di parole sono fatte le leggi, ad esempio; / di più: considerare che le leggi sono corpi mobili e vacillano, / mutano insieme alle culture che le producono, / di più: riflettere che esistono parole che invece raramente / vengono toccate; di più: chiedersi perché.
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