Le sirene scrivono lettere
Elio Scarciglia, Museo d'Orsay, Parigi

Le sirene scrivono lettere

diFloriana Coppola

Maria Ester Maida, ha lavorato nell’ambito della pubblica amministrazione. Appassionata lettrice, da sempre amante della scrittura, esordisce nel 2017, con Il taccuino di nonna Carmen, un libro sulla cura della casa della persona e la buona cucina, originale e non convenzionale. Nel 2019 presenta un secondo libro, Stelle cadenti, una storia di sentimenti: l’amore, il dolore, l’inquietudine della mancanza. Sempre nel 2019 vince il primo premio nella sezione narrativa alla IV edizione del concorso letterario “Donne tra ricordi e futuro” con il romanzo breve Le sirene. Una storia di donne e di amicizia. Con uno stile fluido e scorrevole, in una forma intima e assolutamente comprensibile, Maida dipinge la storia di un’amicizia tra due ragazze che provengono da ambienti diversi. La proletaria di origine contadine che diventa una maestra elementare e una giovane borghese destinata a un matrimonio felice e sereno. Le differenze di classe non determinano nessuna invidia, alcuna gelosia ma una sorellanza immediata e duratura. Uno spaccato storico preciso viene raccontato da un punto vista particolare, quello delle persone semplici che non fanno la storia con la S maiuscola ma che subiscono oppure reagiscono ai cambiamenti che avvengono. Le due “sirene”, come venivano chiamate le due ragazze nel paese, rimangono in contatto per una vita intera, si scambiano confidenze e ricordi, sono solidali come sorelle. Una storia che parla di innocenza e di  buoni sentimenti. La forma epistolare rende bene la vivacità dei rapporti e delle descrizioni familiari. La protagonista racconta e risponde alla sua cara amica durante le varie stagioni della vita. Descrive con immediatezza gli amori e gli innamoramenti, le prime esperienze lavorative e la vita cittadina e di paese. Le diverse famiglie di origine vengono narrate senza giudizi e pregiudizi politici o sociali, anzi, si evidenzia come la giovane più povera prende esempio dall’impostazione culturale della famiglia borghese benestante, aderendo al valore del lavoro come strumento di emancipazione sociale. La struttura narrativa segue l’impianto cronologico delle lettere. Le relazioni epistolari nel novecento e per tutto l’ottocento furono un genere letterario molto frequentato dalle donne alle quali non si dava il permesso di scrivere e pubblicare ma che si rifugiavano nella scrittura privata per esprimere i loro sogni, tra bisogni esistenziali, la maternità e il matrimonio e desideri di evoluzione sociale, lo studio e il lavoro. Maida ripropone così questa formula antica in chiave moderna, permettendo al lettore di immaginare un momento particolare di un’epoca. 

La scrittura epistolare, genere letterario e strumento di comunicazione, è stata una specificità femminile sin dai tempi di Ovidio. Si trovano esempi anche in epoca medievale e umanista. Con l’avvento della stampa, le donne aristocratiche, ricche e colte iniziarono a pubblicare i loro scritti mentre in seguito, le donne del ceto borghese, con l’ampliarsi della alfabetizzazione, furono spinte a usare le lettere come mezzo ordinario di comunicazione. Interessante quindi questo romanzo breve che ricostruisce una modalità di scrittura ancora valida nella prima parte del novecento e che adesso si sta gradualmente perdendo, sostituita dalla pratica diffusa delle chat dei network digitali. 

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