Nel gioco degli opposti
Elio Scarciglia, Napoli (Castel Sant'Elmo), "Dignità autonome di prostituzione"

Nel gioco degli opposti

diStefano Iori

ll quotidiano, gli affetti amicali, le luci e ombre della vita, ma anche l’assoluto, il tempo, la morte possono sembrare oggetti consueti del discorso poetico. E lo sono, certamente. Di solito i primi si contrappongono ai secondi, come il microcosmo al macrocosmo, costituendo una delle configurazioni ricorrenti del discorso lirico.


 Poesie in Italianese di Angelo lamberti (Gilgamesh, 2021)

Non è quello che accade nelle Poesie in Italianese (Gilgamesh, 2021) di Angelo Lamberti, dove pur ritornano costantemente tali elementi. Quella dell'autore, drammaturgo e poeta di lungo corso, nemmeno appare come lirica in senso stretto, e il quotidiano e l’assoluto sembrano appartenere alla medesima magica dimensione, ora tranquilli entrambi, ora terribilmente immanenti, facendo della sua poesia una manifestazione artistica intensa e sottile che pare rispondere responsabilmente alle influenze di questo mondo, sfera liquida, complessa, incerta.

La scrittura di Lamberti, fra i poeti mantovani più apprezzati per la qualità della produzione, si conferma intensa e aforistica, acuta nello scavare in profondità dentro ricordi, illusioni, emozioni, nel chiaro intento di svelare ciò che sta (e sempre si muove) nella mente e nel cuore di un poeta di rara empatia, che sa fare della poesia un bene comune. Emergono pensieri che si aprono a sempre nuovi orizzonti: dal bottino di incessanti letture, evidentemente seguite da personali riflessioni, Lamberti fa scaturire versi che dicono del Tutto e del Nulla (che ci sovrastano) in un magico alternarsi di rivelazioni ricercate nelle ombre dell'animo. Uso la parola ombra come suggeriva Paul Celan: dai senso a ciò che scrivi, dagli ombra.

Dicevo prima di contrapposizioni, riferendomi alla sfera contenutistica della poesia di Lamberti, ed ecco che la combinazione stretta e armonica, di valenze di pensiero che nascono dal gioco d'altalena fra piccolo e grande, quotidiano e assoluto, contraddistinguono il singolare stile di questo autore nel comunicare la sua realtà poetica, termine che ovviamente è un accrescitivo della semplice realtà: risultato questo tipico e necessario della buona poesia, cosi come necessaria è la forza alternativa della poesia stessa, in relazione al linguaggio comune. Alternativa necessaria.

Circa la forma dei componimenti, si conferma il verseggiare essenziale, saettante, preciso e denso di riflessione che gli ultimi libri di Lamberti ci avevano fatto conoscere. Come si addice a un autore che intende dialogare a fondo con il lettore. Una sfida a dare spazio e identità originale al pensiero.

Oggi più che mai, il nostro linguaggio evidenzia un processo di trasformazione. La velocità e la massa delle comunicazioni che bombardano ciascuno di noi ha prodotto nel linguaggio comune alcune modificazioni/adattamenti. Proprio a questi aspetti del linguaggio contemporaneo Lamberti lancia una sfida nella prima parte del libro.

Si comunica in termini essenziali, avari di parole, attraverso sms o messaggi d'altra forma, sicché di alternative armoniche, alte, pensanti, non vi è traccia. Il discorrere passa inoltre attraverso l'uso di parole straniere sempre più presenti nel dire quotidiano. La comunicazione fra esseri umani ne viene abbreviata, sintetizzata, inglesizzata. E Lamberti non ci stà; nelle pagine d'avvio del libro, ribatte incisivamente, con ironia, scagliandosi contro lo scioglimento della lingua italiana.

Una parentesi sulla lingua d'oggi. Essa, alla fin fine, aderisce all'ipotesi di un pensiero unico; ciò che a volte sfugge è il fatto che tale pensiero è  sempre doppio, per permettere agli umani di battibeccare tra due apparentemente opposte linee di pensiero, ma senza che mai questo due generi verità, né tantomeno quella che ho chiamato alternativa necessaria: la terza via della comunicazione, quella del malinteso, che a sua volta genera domande nuove e risposte nuove. Si tratta dell'infinibile comunicare, intenso e vero, della poesia. Che prevede offerta e replica per dare vita ad altro, nel segno della forza talmudiante della poesia. Niente arroccamenti, solo svelamenti ed evoluzioni.

Chiudo con un concetto di Flavio Ermini che mi pare opportuno per concludere quanto fin qui detto (da Alle armi. La poesia insorge, Terra d'ulivi Edizioni, 2021).

«La nostra epoca è superficiale e vana, senza spessore né profondità, cristallizzata com’è nei concetti della scienza e della tecnica. È necessario pensare a un ricominciamento suscitato dall’essere, per inaugurare finalmente una sovversione del pensiero. È necessario favorire nelle parole e nei gesti l’irruzione delle passioni, unico modo per rendere possibile una presentazione dell’impresentabile e per fare esperienza dell’indeterminazione. L’esercizio dell’interiorità avviene non come qualcosa che si contrappone meramente all’esterno, ma come ciò che coglie il carattere misterioso del tutto, dell’intero in quanto tale: interiorità ed esteriorità».

Di nuovo due opposti che ci riportano al principio, come nel cerchio, anzi nell'ellisse del vivere.


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