Novelle su novelle
Stefano Iori - Segnale IV- Terre su cartoncino, sovrapposizioni di carta velina, inclusione

Novelle su novelle

diIdalberto Fei


Se siete di quelli implacabili lettori che non prendono sul serio un romanzo a meno che non conti un minimo quattrocento pagine; se Guerra e pace lo avreste amato ancor di più se fosse stato lungo il doppio; se a letto la sera sopportate amate un tomo che vi pesa sulle ginocchia, non cercherò di farvi cambiare idea: Novelle su novelle non è un libro che fa per voi. Sarebbe inutile, come pretendere che un accanito montanaro passi le sue vacanze al mare; per lui resterà sempre un luogo sudaticcio e accaldato, uno strazio pieno di bambini che vi tirano il pallone sul giornale, di venditori ambulanti che vendono tutti le stesse cose, di famiglie rumorose che ingollano cocomeri e lasagne. Nel caso invece che vi piacciano la brevità, il particolare, il mondo in una noce, che raccogliate con cura sullo scaffale dei libri del cuore Julio Cortazar e Anton Cechov, Raymond Carver e Guy de Maupassant, insomma se amate i racconti, Novelle su novelle vi farà buona compagnia.

Nato da Donne tra ricordi e futuro, un premio letterario a cura di Lorena Fiorini, il libro raccoglie nove racconti che la giuria ha ritenuto i migliori, conferendo loro un premio o una menzione d’onore. Un’antologia da gustare in nove giorni, perché ogni volta un sapore diverso, un altro modo di guardare il mondo, un luogo differente – da Palermo a Parigi, dall’Olimpo al Casentino – insomma una maniera discreta per allargare il nostro orizzonte, per viaggiare con la fantasia, tanto più prezioso in un momento come questo che acuisce il grande male dell’isolamento e della vita ferma.

Apre la raccolta lo sfolgorante Franca Florio, immagine del femminile nel primo Novecento. Ai Florio è stato dedicato di recente I leoni di Sicilia, un corposo romanzo di grande successo dove l’autrice, Stefania Auci, descrive la loro storia, dalla miseria ai vertici del successo e della ricchezza, da una povera Calabria al palcoscenico internazionale, scegliendo la strada dell’affresco, della saga familiare. Diversamente, in questo racconto Benedetta Borrata predilige un singolo ritratto, concentrandosi su una figura femminile di grande fascino, sensibilità, eleganza, quella donna Franca che Giovanni Boldini non poteva non ritrarre in quadri che sembrano cogliere il luccichio e il fascino ingannevole – ma quanto piacevole – della Belle Epoque.

 Un altro dei racconti premiati, Le domeniche di Isabelle di Piera Biondi, ci porta invece nella Parigi 1970, in un parco dove una ragazzina di quindici anni con problemi familiari si rifugia nelle sue domeniche solitarie. È li che conosce una signora anziana, distinta, di poche parole, è lei a ridarle quel calore di cui ha bisogno, addirittura a regalarle un magnifico abito fatto con le sue mani, lo ha confezionato apposta per Isabelle. Ma chi è questa vecchietta? Addirittura la leggendaria Coco Chanel, la regina della moda del XX secolo.

Con Per non dimenticare di Laura Tolmino il luogo dell’azione si sposta di nuovo. Stavolta siamo nell’arcipelago pontino, accanto alla bella Ventotene, sull’isolotto di Santo Stefano. Isole meravigliose, ma teatro anche di grandi sofferenze. La prima vide la fine di Giulia, figlia dell’imperatore Augusto, esiliata per motivi che non sono mai stati chiariti - forse una congiura contro il padre, la stessa che portò alla relegatio Ovidio il poeta. La seconda, la piccola e petrosa Santo Stefano, ha ospitato un carcere, fatto costruire alla fine del Settecento da Ferdinando IV di Borbone e in uso fino al 1965. L’autrice lo visita, all’inizio incantata come tanti altri turisti dalle rocce aspre, dal mare luminoso, dai sussurri del vento; ma poi si apparta, sola si perde, forse sogna, ecco apparirle le figure di antichi carcerati - sono Gaetano Bresci, l’anarchico regicida, e Rocco Pugliese, un giovane antifascista – che si palesano per pochi istanti a raccontarle la Storia dal loro punto di vista, al di là delle menzogne ufficiali, a farci condividere il loro dolore, la sete di giustizia. Un racconto dove all’ammirazione della natura si accompagna una riflessione sui temi fondamentali della libertà e dei diritti umani.

Purtroppo manca qui lo spazio per parlare degli altri racconti e dunque lascio a lettrici e lettori il piacere della variegata scoperta. Però, prima di concludere, vorrei rimanere sul tema di Per non dimenticare e riferire una notizia che ho avuto da pochi giorni a proposito di carcere e donne, magari qualcuno di voi già la conosce. Nelle prigioni    di Torino – non so se questo regolamento valga anche per il resto d’Italia – gli uomini laureati possono usufruire di Corsi di Aggiornamento (buon ultimo quello su Dante, di cui quest’anno come sappiamo si celebra il settecentenario dalla morte) ed hanno accesso alla Biblioteca; per le donne invece niente corsi per e la biblioteca solo dopo una serie di macchinosi permessi. Chi può spiegare perché le loro lauree valgano di meno?





Intervista a Terra d'ulivi edizioni di Lecce

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