Scrittura con vista di Abele Longo

Scrittura con vista di Abele Longo

diFloriana Coppola

“Mi prende così tanto tempo scrivere 

e il risultato molto spesso 

è un uomo che urla in fondo al mare.” 

Dylan Thomas


Colpisce subito l’immagine della bambina che guarda verso l’interno di una stanza, copertina dell’ultimo libro di poesia di Abele Longo, Scrittura con vista.  Si tratta del capanno di Dylan Thomas a Laugharne, foto scattata dall’autore nel 2013. Un’indicazione precisa che viene poi rafforzata dalle citazioni che aprono la silloge.  Per Longo scrivere vuol dire infatti guardare “dentro”, contemplare attraverso la memoria dettagli che vogliono fermare il tempo. Dylan Thomas e Fernando Pessoa, Aeronwy Thomas e Danilo Dolci sono indicati come autori fondamentali  di una genealogia letteraria,  che costituisce una precisa direzione di esplorazione. La scrittura si pone come strategia di ricerca-azione, un gesto creativo che mette in  ordine le cose. La scrittura  fa emergere la molteplicità inquieta di ogni soggetto,  il suo essere in profonda connessione con le parti nascoste del sé,  con la pervasività ambivalente  dell’esterno e con la fame di un Altrove che ci rende tutti esuli sulla terra.  Longo usa la tecnica del ritaglio,  dice Bragagnini nella bella prefazione. Stralci di vita vissuta, parole che disegnano una cornice intorno agli oggetti di una quotidianità stralunata.  Una poesia relazionale che valorizza  gli incontri personali, e la loro valenza affettiva. La scrittura nasce nell’alveo vibrante di tanti legami vissuti e poi persi. Una costellazioni di nomi e di dediche che fa pensare alla rete che ogni artista elabora e sublima nella sua arte. La raccolta poetica diventa così un diario di bordo per una navigazione esistenziale che porta l’uomo tra gli altri, a contatto con un ambiente che cambia e modifica ogni elemento del contesto di appartenenza. L’autore indica attraverso una versificazione raffinata e sperimentale il rapporto tra gli esseri umani e le contraddizioni sociali e politiche, che vengono attraversate da ognuno. Scrivere per ricordare il viaggio della vita tra i vivi e i morti, compresenza sensibile e accorta. Una versificazione visiva, che costruisce   un’architettura immaginale di parole, disegnando ambienti e atmosfere  di  una surreale onirica visionarietà. Poesia di ispirazione anche civile ed etica, dove lo sguardo si ferma sulle diseguaglianze sociali, sulle umane fragilità, sulle amarezze vissute e riportate nei versi.  Longo usa la parola come una macchina da presa, taglia immagini e fa primi piani, descrive con esattezza chirurgica precise atmosfere fatte di oggetti posti  in una determinata luce. Ogni pagina registra la sapienza culturale dell’autore e la sua dichiarata passione per la scrittura cinematografica,  che rende la sua poesia un innegabile omaggio allo sguardo umano sulla bellezza.

Passerà anche questa con l’insolvenza/ delle cicale sotto la calura/ l’immagine sgualcita di un bambino/ esile che prende il treno per il mare/ e una chiusa sulla morte che vaga/ casellante da una stazione all’altra

Questo frammento magnifico delle prime pagine rende palese l’abilità di Longo di utilizzare un lessico filmico assolutamente efficace, creando immagini in movimento. La stratificazione letteraria si intreccia a un mescolamento linguistico effervescente. Inglese, tedesco, inserti dialettali, cileno, si fondono nella scrittura poetica dell’autore e sono il segno di una sensibilità universale, di una viandanza internazionale, che aumenta il grado di temperatura del segno. Non esistono scenari lontani. Tutto è vicino e tutto può essere oggetto di una narrazione significativa e commossa. 

Chi scruta il cielo per sanare il mondo/ sa che ogni immagine contiene l’altro/ si sveglia con una lupara all’alba/  puntata nel silenzio del sentiero/ si chiede come si può vivere/ di vermi nelle viscere mangiare/ quando a due passi dalla cattedrale/ un bambino muore per fame/ il pianto sprofonda la notte all’Ucciardone/ banditi di pochi limoni/ contadini pagati due chili di pane/ lo sciopero come opera d’arte e invenzione.

Questa strofa, che apre il testo dedicato a Danilo Dolci, rappresenta in modo esemplare alcune tematiche di fondo della poetica di Longo, l’indignazione contro le ingiustizie sociali, un’attenzione sottotraccia a un discorso spirituale profondo e lo sguardo rivolto ai bambini, spesso richiamati in molte poesie, perché travolti dalla logica spietata del mondo degli adulti presi dai loro demoni. Infinito, innocenza e responsabilità, potrebbero essere tre parole chiave di questa silloge che raggiunge una forte densità emotiva e concettuale. Leggere Scrittura con vista di Abele Longo è un’esperienza multisensoriale, un viaggio nel mondo di struggente e irreparabile intensità.


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