Tolentino Hevia - A mio fratello Ichi
Stefano Iori - Separazione - Collage, acrilico, pastello, china su cartone preparato

Tolentino Hevia - A mio fratello Ichi

diClaudia Piccinno

Chi è Yuray Tolentino Hevia?

Nasce a Cuba, classe 1975, dal 2018 lavora presso l'EICTV di San Antonio de los Baños come produttrice.

Prescindendo dalla sua ricca biografia che pure indicherò a margine, la sua storia ha fortemente segnato la sua scrittura e vi propongo qui tre inediti ch'ella dedica al fratello Ichi, che in una sera d'estate esce da casa dicendo alla madre che sarebbe tornato presto e invece troveranno il suo corpo

impiccato vicino casa. Era ancora vivo, ma morirà di lì a poco in ospedale. La poetessa non si rassegna a questa morte, indotta presumibilmente da una depressione o da debiti di gioco.

Questo episodio segnerà tutta la sua vita, tanto da non allontanarsi più dal suo paese per non lasciare sola l'anziana madre.

 

A mi hermano Ichi.

(marzo 23 de 1971 - agosto 15 del 2009).

Mi hermano Ichi

 

I

mi hermano viajó sin maletas

sin decir adiós

con la foto de su hija en el pecho

y un montón de ríos que no llevó al mar.

-poco a poco- todos se fueron

menos el olor a plátano frito que descorcha las paredes

y los ceniceros, llenos, que a Dios gracias

mi madre tira -aun- en la basura.

llevo años apuntalando la casa

sobre espadas y rayos de sol

moliendo lágrimas de canteras

para soplar a las cuatro esquinas

y machete en mano

defendiendo estos huesos triturados

que salen como esqueleto de titanio

en las radiografías.

 

II

mi hermano puso el amor

dentro de cucuruchos de merengue

entre claras de huevos, batidas.

en azucares mezcló su corazón

-errante-

de hombre pez fuera de su océano

sin manecillas y calendarios

que le hicieran regresar.

Ichi fue un eco de tiempo

un machete de doble filo

que a pesar de la apariencia

no cortaba una flor.

un gallo con espuelas

rojas y negras.

un elegguá que salió

hacia tierras desconocidas

sin conocer la puerta de regreso.

Mírame hermano.

¡mírame!

a esta hora soy el jarro de tilo

que se gasta en el fogón

donde se sumergen los paisajes

que de niños construimos

al lado de la línea del tren

y bajo la mata de mamoncillos de la abuela.

el jarro de tilo

donde hiervo mis versos

para fabricar el horcón de comejenes locos

que me apuntalan.

 

III

mi hermano regresa cada día

a mi mirada

al libro que leo

y de donde espero verlo salir.

¿por qué aceptar su muerte?

estoy envejeciendo

mientras que él sigue joven, niño…

travieso en un álbum de fotos.

atrapado en la silla del dominó

y los anzuelos que los peces

regresaron a la mesa.

mi hermano fue un potro salvaje

que salió a galopar por sus heridas

y en las que sin saber

me dejó abiertas en la piel

en las letras que sangran

cuando salen como ráfagas

porque vacía de él, lo esperaré.

hasta mi muerte.                     

A mio fratello Ichi

(23 marzo 1971- 15 agosto 2009)

 

Mio fratello Ichi

I

mio fratello partì senza valigie

senza dire addio

con la foto di sua figlia sul petto

e molti fiumi che non portò al mare.

– a poco a poco – tutti se ne andarono

tranne l’odore di banane fritte che scorteccia le pareti

e i portacenere, pieni, che grazie a Dio

mia madre butta – ancora – nella spazzatura.

sono anni che puntello la casa

con spade e raggi di sole

che macino lacrime di cave

per soffiare ai quattro angoli[1]

e che col machete in mano

difendo queste ossa frantumate

che appaiono come uno scheletro di titanio

nelle radiografie.

 

II

mio fratello mise l’amore

dentro cartocci di meringhe

tra chiare d’uovo, sbattute.

con lo zucchero mescolò il suo cuore

– errante –

di uomo pesce fuori dall’oceano

senza lancette e calendari

che lo facessero ritornare.

Ichi fu un eco del tempo

un machete a doppio taglio

che nonostante l’apparenza

non tagliava neanche un fiore.

un gallo con speroni

rossi e neri.

un elegguà[2] uscito

verso terre sconosciute

senza conoscere la porta per rientrare.

Guardami fratello.

guardami!

a quest’ora sono

la brocca di tiglio

che si consuma sul fuoco

dove si immergono i paesaggi

che da bambini abbiamo costruito

vicino ai binari del treno

e sotto la coperta di mamoncillo[3] della nonna.

la brocca di tiglio

dove faccio bollire i miei versi

per fabbricare il forcone di termiti impazzite

che mi puntellano.

 

III

Mio fratello ritorna ogni giorno

al mio sguardo

al libro che leggo

e da dove spero di vederlo uscire.

perché accettare la sua morte?

sto invecchiando

mentre lui resta giovane, bambino…

vivace in un album di foto.

imprigionato sulla sedia del domino

e dagli ami che i pesci

riportarono a tavola.

mio fratello fu un puledro selvaggio

che uscì a galoppare per le sue ferite

e per quelle che senza volere

mi lasciò aperte nella pelle

nelle lettere dell’alfabeto che sanguinano

quando escono come raffiche

perché vuota di lui, lo aspetterò.

fino alla morte.

                                          Traduzioni a cura di Elesabetta Baldisserotto 

[1] Nei riti della religione della Santeria si soffia fumo di tabacco ai quattro angoli.

[2] Orisha, ovvero divinità della Santeria, oggetto di culto a Cuba.

[3] Albero da frutto dei Caraibi.                                                                    


Poetessa, sceneggiatrice, curatrice di mostre, critica d'arte e produttrice. Laureata in Studi Socioculturali presso l'Università Agraria Fructuoso Rodríguez dell'Avana e Art Direction. Ha seguito diversi corsi di arte, sceneggiatura radiofonica e produzione; si è occupata di sceneggiatura per programmi per bambini e giovani sull'EICTV di San Antonio de los Baños. Ha ottenuto premi e menzioni negli incontri di laboratori letterari provinciali. Tra i fondatori del Laboratorio Nazionale di Formazione Letteraria Onelio Jorge Cardoso. Il suo lavoro è stato pubblicato su diverse riviste, giornali e antologie di poesia e narrativa a Cuba, in Spagna, Argentina, Cile, Stati Uniti, Italia e Messico. Collabora con varie testate giornalistiche come il Tabloid of Cuban Art in Cuba e Por Esto! in Messico. Ha pubblicato i libri di poesie “Puertas, boleros y cenizas” e “Yo soy otros”, entrambi di Editorial Primigenios, Miami, Florida nel 2019. Col primo si è recentemente aggiudicato in Italia il Premio Internazionale "Tulliola - Renato Filippelli", per la lingua spagnola. Così si esprime Oscar Limache, poeta peruviano di fama internazionale: “Puertas, boleros y cenizas”, de Yuray Tolentino Hevia, es un libro de notable calidad y merece ser elegido GANADOR del concurso en ESPAÑOL.
Sue opere sono giunte anche al Museo della Poesia di San Cristoforo(Pc) per il progetto Rucksack, A Global Poetry Patchwork 2020 – 2021.

Ha curato più di 40 mostre personali e collettive. Come curatrice, ha partecipato alla Biennale Internazionale dell'Avana nel 2009, 2015 e 2019. Già vicepresidente del Consiglio provinciale delle arti plastiche dell'Avana dal 2005 al 2010.

Gestisce la pagina Letras de Cuba della rivista Letras de Parnaso. Vice redattrice della rivista Rácata, Miami, Stati Uniti da gennaio 2017. Coordinatrice a Cuba della rivista Orbe México dal gennaio 2021 e della rivista evento internazionale Grito of Mujeres dal 2019

Commenti

Lascia il tuo commento

Codice di verifica


Invia

Sostienici