Un giorno in Indonesia - Dorothea Rosa Herliany
Elio Scarciglia, Parigi

Un giorno in Indonesia - Dorothea Rosa Herliany

diGiancarlo Locarno

Dorothea Rosa Herlianya è nata nel 1963 a Magelang nella regione centrale di Java, si è laureata in letteratura presso l’Università Cattolica di Yogyakarta, svolge l’attività di  giornalista ed è anche scrittrice di novelle oltre che poesie. Attualmente dirige l’organizzazione no-profit Indonesia Tara che opera nell’area del sociale e dell’educazione. 

E’ un’autrice nata dopo l’indipendenza dell’Indonesia, quindi ha già assimilato e superato il problema della lingua, e della soggezione politica e culturale dai colonizzatori olandesi . Ma è ancora attuale in lei il problema della libertà, in una società che ha capovolto la concezione  iniziale della repubblica Indonesiana, anticoloniale  e orientata a sinistra secondo la concezione di Sukarno,  con quello di destra di Suharto, un autoritarismo poliziesco appoggiato dall’occidente.

La Poesia di Herliany è una guerra continua, combattuta in ogni ambito della vita con una forte tensione civica, anche la lingua rinuncia alle sue raffinatezze e diventa diretta, un’arma, precisa come un colpo ben assestato. 

La poesia “Un giorno in Indonesia”, fissa uno dei giorni meno qualunque della storia recente indonesiana,  è il 21 maggio 1998, quello della caduta di Suharto,  un giorno malinconico in un periodo di grave crisi economica, nemmeno la fine della dittatura, con le sue speranze, riesce a rallegrare, ma si sogna che questo sia e rimanga un giorno qualunque.




Un giorno in Indonesia


Una radio trasmette, è mattina, i giornali sono sulla tavola:

non ascolto e non leggo. Squilla il telefono

chiamano e consegnano le lettere.

Da ultimo rompo gli specchi.

Brucio la rubrica e i biglietti da visita.


La vita lascia il sole e si volge alle tenebre.

Lascia la veglia per il mondo dei sogni. 

Comincia la marcia delle note disperanti.

Di questi schemi-spazzatura che tormento fino alla discarica.


La vita ufficialmente è diventata un sogno ingenuo.

Così breve e noioso. O una paura

strana e assurda.


Ma il mondo a cui sei unito

è coscienza soffocante

di un logoro brandello di storia

meno interessante di un racconto di fate.




Indonesia, Suatu Hari 


sebuah siaran radio, pagi, dan korankoran di meja: 

tak kudengarkan dan tak kubaca. dering telepon

dan suratsurat.

lalu cermincermin kupecahkan.

kubakar buku alamat dan kartu nama.


hidup dari matahari ke kegelapan.

dari bangun ke dunia mimpi.

menjadi berbaris catatan membosankan.

berlembar sampah yang menggoda untuk dibuang.


hidup yang sesungguhnya adalah mimpi yang lugu.

begitu singkat dan menggemaskan. atau ketakutan

yang aneh dan menggelikan.


tapi dunia yang kau huni

adalah kesadaran yang menyesakkan

lalu menjadi sesobek kisah

yang kurang menarik untuk didongengkan.

Nopember,1998



The great imagination


Quel vecchio uomo impacciato

In cammino verso la città

cerca un taglio netto col passato

perso tra marciapiede e vetrine

cinema e mercati e slums

Stanze  sordide dove corrono i topi.


Cercare lungo i secoli una casa e una terra

che graffia la speranza ai vecchi giorni

(vecchi pensieri alla deriva verso un angolo strano,

in mezzo a cosce di giovani prostitute inquiete

che interferiscono rumorosamente con la strada).


Quel vecchio uomo cerca l’ultimo tempo

  • In una cosa tatuata di poesie dipinte

su un pezzo di corpo aggraziato

: un’area straniera 

una civilizzazione di  migliaia di vagabondi neri.


The Great Imagination


Tertatih –tatih lelaki tua itu

Menyusuri jalanan kota

Ia mencari sepenggal masa lalunya

Yang tersesat di antara trotoar dan etalase

Gedung bioskop dan pasar kota

Rumah-rumah kumuh dan gang-gang tikus


Berabad mencari rumah dan tanah

Yang menorehkan harapan kosong haritua


(pikirantuanya melayang pada sebuah sudut aneh,

Di antara kaki pelacur muda, yang gelisah

Diganggu angin usil)


Lelaki tua itu menemukan masa lalunya

  • Sebuah tattoo  puisi pernah dilukisnya

Pada sejengkal tubuh molek

: daerah asing peradaban kelam beratus petualang

1977


Le traduzioni sono a cura di Giacarlo Locarno



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