Una poesia di Osman Öztürk
Biancamaria Monticelli, "I giganti del mare", Alice nel faro delle meraviglie, California 2018

Una poesia di Osman Öztürk

diClaudia Piccinno

Il poeta Osman Öztürk è nato da una famiglia di braccianti ospiti in un villaggio a Giresun, durante il periodo della raccolta delle nocciole e il suo faticoso viaggio di ritorno da un altopiano, accompagnato dai ronzii delle onde selvagge del Mar Nero si trasforma da verde a colore rosso scarlatto a causa del caldo torrido del mese di agosto. La sua anima è stata alimentata dall'amore e dalla nostalgia per un luogo dove il cielo e il mare si incontrano con le montagne nebbiose sullo sfondo unico azzurro-verde. La sua vita ha comportato la sua permanente assenza da casa. Il suo cuore carico di nostalgia ha dato rifugio all'amore, alla compassione, alla speranza e alla gioia. Osman Öztürk, che ha dedicato la sua vita ai bambini del mondo e alla pace e alla felicità del popolo turco, ha trasmesso il suo caldo lato umano, l'amore, il desiderio e la compassione che ha accumulato per anni conciliando il suo essere un uomo di legge con la passione per i versi e per questo nostro mondo. Ricopre ancora l’incarico di CEO di CSG City Security Group, che è una delle principali società di sicurezza private in Turchia. Osman Öztürk conduce progetti e opere per promuovere un ambiente scolastico sicuro per i bambini che sono il più grande investimento  per il nostro futuro: ha avviato "The Secure Schools Project", il primo in Turchia.  Ha pubblicato più di 20 libri su vari argomenti. Motivo ricorrente nei suoi versi è l'interesse per il pianeta, l'amore per la terra e per il mare. Ma traspare anche grande introspezione.  La saudade è la presenza dell’assenza. Il desiderio di qualcuno o di qualcosa che ricordiamo con affetto, ma che sappiamo che difficilmente riavremo nella nostra vita. Un profondo stato emotivo che mischia la tristezza con l’affetto, lasciandoci con una sensazione agrodolce, anche se manteniamo ancora la speranza. Si respira saudade nella poetica di Osman Öztürk. L'amore è una mancanza che non passa e questo sentimento di nostalgia e attesa pervade ogni componimento del nostro poeta.


Ada

 

Güneş bilmiyordu niçin üşüdüğümü

Ay bilmiyordu ışıksız kaldığımı

Yıldızlar bilmezdi yalnızlığımı

Buzları erimemişti yüreğimin

Gökyüzü maviye çalmamıştı yağmurdan sonra

Gökkuşağından köprüler kurulmamıştı dağlardan bulutlara

Gönlüm ıssızdı

Sonsuzluktu ve bilinmezlikti hissettiğim

Okyanusun ortasında

Bir ada kadar yalnız

Bir martı yavrusu kadar çaresizdim

Bir hayaldi benimkisi

Bir umuttu sevinçti.

Yürüyüp gittim

Bulutlara doğru

Dönmeyeceğim diye

Yeminler ettim.

 

In turco Ada significa isola ed è anche nome di donna, la poesia fu scritta per la nascita della nipotina che appunto si chiama Ada.

 

 

Isola

 

Il sole non sapeva perché avevo freddo

la luna non sapeva perché non vedevo la luce

le stelle non avrebbero saputo della mia solitudine.

Il ghiaccio del mio cuore non si sciolse

il cielo non si è trasformato in blu dopo la pioggia

i ponti dell'arcobaleno non sono stati eretti

dalle montagne alle nuvole.

La mia anima era deserta

quello che sentivo era incommensurabilità

e oscurità nel mezzo dell'oceano.

Ero solo come un'isola

impotente come un pulcino di gabbiano

È stato solo un sogno una speranza e una gioia.

Ho camminato verso le nuvole.

Ho pagato pegno per non tornare.

 

Island

 

The sun did not know why I felt cold

The moon did not know why I did not have light

The stars would not have known about my solitude

The ice of my heart did not melt

The sky did not turn into blue after the rain

The bridges of the rainbow were not erected

from the mountains to the clouds

My soul was deserted

What I felt was immeasurableness and darkness

In the middle of the ocean

I was as lonely as an island

As helpless as a seagull chick

It was just a dream I had

It was a hope and a delight

I walked and went

Towards the clouds

I took a pledge

Not to come back

 

traduzione dal turco a cura di Mesut Senol

traduzione dall'inglese a cura di Claudia Piccinno

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