La coppia

La coppia

diFederica Galetto

Mi ero perso. Dopo circa un'ora di cammino costeggiando la collina, attraversando la campagna tutta intrisa del giallo e rame delle foglie, avevo abbandonato la stretta  via principale, asfaltata, per raggiungere una maestosa quercia svettante sul declivio più a nord, al limitare di un bosco di castagni. Poi mi ero seduto sotto la quercia ed ero rimasto ad ascoltare lo scricchiolio del fogliame secco che tappezzava la terra tutto intorno a me. Mentre il sole calava piano, scorsi con la coda dell'occhio l'angolo acuto di un tetto spiovente, poco oltre la sommità del prato. Mi sentivo solo, tanto solo da non riuscire quasi a percepire il mio stesso respiro. Così, come accade quando ci si ritrova immersi in una giornata vuota di voci e volti umani, senza ricordi e senza aspettative future,  perso in un marasma di vegetazione ostile, declinante verso un orrido profondo e discendente oltre la cortina semi circolare di alberi dove non penetrava la luce,  ad attrarmi fu un riflesso come di specchio, che colpì improvvisamente il mio occhio sinistro. Dietro le mie spalle un pendio si inerpicava fra sterpi e rovi; oltre si intuiva la presenza di un muretto di contenimento. Con poco più di una decina di falcate, ben assestate dai miei muscoli caldi e formicolanti,  lo raggiunsi e lo scavalcai, avanzando sul lastricato pietroso di una sorta di terrazza a strapiombo sul gerbido sottostante. Alzati gli occhi una casa comparve, bianca e piccola come un guscio, con due finestre al piano terra e due al piano superiore da cui si vedeva ora bene provenire il luccichio di poco prima. Sudato e ansimante lasciai cadere a terra lo zaino e bevetti un sorso d'acqua dalla borraccia. Il sole era tramontato e intorno a me s'era formata una cortina d'ombra che mi pungeva le guance. Una luce illuminò una stanza del piano terra e vidi distintamente un uomo ed una donna seduti ad un tavolo tondo, inforcare il cucchiaio e sorseggiare un brodo. Mangiavano lentamente e di tanto in tanto si guardavano. Dai piatti si levava il vapore, che per un attimo confusi con il mio fiato profuso nell'aria fredda. Stava calando il buio. A tentoni mi avvicinai, bussai alla porta di legno nero e aspettai. Nulla accadde. Dunque bussai di nuovo e questa volta udii dall'interno lo sferragliare tipico delle chiavi che si urtano fra loro. La porta si animò col suono secco di uno scatto della serratura. Ma la porta rimase schiusa, accostata e immobile. Il latrato di un cane ruppe l'istante e un uomo tarchiato, dalle guance rubizze, sbucò fuori dall'estremità del sentiero che circondava la casa con una torcia in mano richiamando ad alta voce l'animale. Istintivamente mi nascosi dietro un cespuglio, ma il cane avvertì la mia presenza e venne nella mia direzione puntando il muso alle mie caviglie. In una frazione di secondo, preso dal timore di essere morso, uscii allo scoperto con lo zaino fra le mani e quell'uomo mi vide, puntandomi la luce della torcia sul volto. Il cane intanto abbaiava forte digrignando i denti, come impazzito. Le ombre della notte si erano fatte pressanti, intorno a me solo il buio e  una voce roca che gridò: -"Chi va là? Chi sei? Cosa fai qui?"

-"Mi sono perso, cercavo la strada per tornare a valle ma è sceso il buio. Volevo chiedere solo un'informazione ai proprietari"- dissi accecato dal fascio di luce diretto sul mio volto.

-"Fila subito via giù di là! Sono cinquant'anni che qui non ci abita più nessuno. Fila via balordo!"-

Per abbonarsi

Federica Galetto nasce a Torino. Poetessa, scrittrice, artista collagista, traduttrice, appassionata di lingua e letteratura inglese e americana. Nel luglio 2010 pubblica per i tipi di Lietocolle Editore la sua prima raccolta poetica “Scorrono le cose controvento” e nel 2011 l’e-book “Silent is the House” (bilingue, Inglese-Italiano), l’e-book “Nell’erba il punto”, La Recherche, 2012 - Poesia, “Stanze del nord”, Onirica Edizioni, 2012 - Poesia, “Assorta la corda vira”, Exosphere Plaquettes 2013-Poesia, la raccolta di racconti “Fuori nevicano rose gialle” scritta con Simonetta Sambiase , 2013, “Improvvisa luce”, Plaquette di traduzioni di testi di Dante Gabriel Rossetti, L’Arca Felice 2013, la silloge Traducendo Einsamkeit, Terra d’ulivi 2014, il romanzo “Anouk”, flower-ed 2017. Sue poesie, racconti e traduzioni sono stati pubblicati su diverse riviste, blog letterari e antologie edite da Perrone Editore, Mondadori, Puntoacapo Editrice fra gli altri. La sua Poesia è stata citata da Maurizio Cucchi su La Stampa e sulla rivista Poesia. Vincitrice del Premio “La vita in Prosa” edizione 2011 e finalista dello stesso nell’edizione 2009, vincitrice del Premio Verba Agrestia 2011, segnalata al Premio Ossi di Seppia 2012, Terza classificata  al Premio di Poesia Ambrosia 2014 [con il Patrocinio di Expo 2015] promosso dall’editore La Vita Felice. Cura con Simonetta Sambiase la Collana di Poesia Exosphere Plaquettes , i blog personali : La lepre e il cerchio, La stanza di Nightingale. E’ stata redattrice del blog Viadellebelledonne e CarteSensibili di Fernanda Ferraresso. Vice Presidente dell’Associazione culturale Exosphere PoesiArtEventi. Vive e lavora in Piemonte, in un piccolo villaggio del Monferrato. 



La lettura di questo articolo è riservata agli abbonati
ABBONATI SUBITO!
Hai già un abbonamento?
clicca qui per effettuare il login.

Commenti

Lascia il tuo commento

Codice di verifica


Invia

Sostienici