Mimma Leone, Baruch Spinoza
Foto di Elio Scarciglia - Venezia, Carnevale 2018

Mimma Leone, Baruch Spinoza

diMariangela Ruggiu

Questo libro è la biografia romanzata della vita del filosofo Baruch Spinoza; in quest'opera Mimma Leone ci racconta, in modo avvincente e affascinante, le vicende del filosofo descrivendo brevemente gli anni della sua gioventù e lasciando spazio invece alle vicende che lo vedono scontrarsi, fin da giovane, con i principi della religione ebraica. 

Di famiglia ebraica sefardita, che dal Portogallo si era trasferita in Olanda per sfuggire all'obbligo di convertirsi al cristianesimo in seguito all’editto del 1492 dei Re Cattolici, nacque ad Amsterdam il 24 Novembre 1632. Ad Amsterdam crebbe inserito in una comunità ebraica consolidata formandosi nella scuola della comunità stessa. Presto però si scontrò, a causa delle sue speculazioni razionali e dei suoi scritti, con le rigide leggi religiose che non lasciavano spazi all’interpretazione personale delle scritture attirando su di sé la riprovazione e la condanna dei rabbini e degli ebrei della sua comunità.  Fin da giovane Baruch fece suo l’insegnamento del primo precettore, Gabriel Da Costa, anche se questi venne presto allontanato ed esonerato dal suo compito, non essendo in linea con i principi religiosi della sinagoga; tuttavia quel periodo breve fu sufficiente per lasciare in Baruch il seme di quella che sarà la sua ricerca futura e lo spirito critico che caratterizzerà il suo pensare.

Così, a causa degli scritti in cui espose la sua idea di Dio, venne “Scomunicato, esecrato, maledetto ed espulso.” Questa condanna lo pose fuori dalla sua comunità esponendolo all’odio e al rischio di essere ucciso. La sua stessa famiglia, seppure con dolore, rifiuta ogni contatto e a lui non resta che abbandonare tutte le sue certezze e allontanarsi per sempre. 

Trova rifugio nell’accoglienza di un intellettuale, Franciscus Van den Eden, titolare di una scuola di latino, un circolo letterario frequentato da Baruch. Non solo Van den Eden lo accoglie nella sua casa e nella sua famiglia, ma lo coinvolge nelle sue attività culturali garantendogli protezione e un periodo di relativa tranquillità in cui il giovane può dedicarsi ai suoi studi al riparo dai rischi a cui la scomunica con le sue implicazioni lo aveva esposto.

Ma, nonostante le accortezze e la vita ritirata, Baruch non riuscì ad evitare un attentato alla sua persona e fu costretto a lasciare Amsterdam, con l’aiuto di un amico che lo assistette e lo curò. Iniziò per lui un periodo di isolamento, nascondendo la sua identità e accontentandosi di una vita povera, in cui la sua sussistenza proveniva dall’attività di tornitore di lenti, per cui era apprezzato ma che pregiudicò la sua salute per via della polvere di vetro che inalava al punto danneggiare i suoi polmoni.

Tuttavia egli aveva accettato questa nuova condizione come ineluttabile, respingendo i tentativi di aiuto anche economico che diversi amici gli proponevano. Seppure in condizioni di difficoltà non interruppe mai i suoi studi e la stesura del suo pensiero che ci è pervenuto attraverso le sue opere. 

Il racconto della vita di Baruch Spinoza si svolge trascinando il lettore in modo avvincente fino alla fine, la scrittura è scorrevole ed è un piacere leggere e incontrare il pensiero del filosofo che affronta dilemmi così vicini al pensare moderno.

Un pregio particolare di questo libro, infatti, è proprio il fatto di aver inserito il percorso e l’evoluzione del pensiero di Spinoza accompagnandolo agli avvenimenti della sua vita e, esponendolo in prima persona, sembra di essere coinvolti in un dialogo con lui; l’autrice riesce a creare nel lettore una sorta di empatia che ascolta e comprende le motivazioni e il metodo della ricerca filosofica di Spinoza.

La vicenda umana di questo filosofo fa da sfondo ad una scelta di vita che si pone anche oggi, come lo è stata tante volte nella storia, come una scelta di libertà: indagare sui fatti e sul pensiero dell’uomo con onestà intellettuale  per formarsi nella conoscenza, anche quando si perviene a consapevolezze e si fanno affermazioni che entrano in conflitto con il potere costituito, sia esso religioso o politico, pagando un prezzo che va dall’essere allontanati dal contesto sociale e religioso fino alla morte stessa. 

Chiave fondamentale del suo pensiero è la libertà di indagare il mondo e i fatti con raziocinio, in una lettera al padre dice: “La mia intenzione è sempre stata quella di essere un brav’uomo che non rinuncia a pensare.”

Grande osservatore della realtà, guarda alla scienza come alla strada che permette di superare una visione soggettiva delle cose, mostrandone le connessioni, derivandone leggi universali riconoscibili da tutti se analizzate con metodo razionale.

Il suo pensiero e la sua speculazione sono rivolti a Dio, nel tentativo di comprenderlo senza rinunciare a farlo con la logica e la ragione: “Se veramente credete in qualcosa, se volete essere amati da qualcuno che considerate superiore a voi, fatelo da esseri razionali. Grazie alla ragione crederete meglio e vi ameranno di più…”

Ed è proprio nella definizione di Dio che Spinoza entra in conflitto con le scritture, o meglio, con i Rabbini della sua comunità, mettendo in discussione il concetto di libero arbitrio anche rispetto alle prerogative di Dio; secondo il suo pensiero Dio è sostanza unica, eterna, infinita, increata, e non potrebbe esistere se non così com’è, escludendo un cardine dell’idea di Dio, cioè il suo potere su ogni cosa: il mondo stesso non deriverebbe da un atto di volontà divino ma procederebbe direttamente da Dio, causa di tutte le cose. 

Questi pensieri, assieme alle sue idee politiche, gli valsero la definizione di”Empio e pericoloso. L’uomo più empio e pericoloso del secolo.” E a chi lo invitava a rinunciare alle sue speculazioni e ad abbandonarsi a Dio, Spinoza risponde: “Questo non è umano, Gottfried. Non fa parte di noi, Siamo fatti di domande, siamo alimentati dal dubbio…”

La ragione ci permette di raccogliere tutte le nostre percezioni sensoriali, di stabilire relazioni che rendono comprensibile la natura stessa, “Ma è la conoscenza suprema, un grado ancora più elevato di percezione, a permetterci l’immersione nell’amore intellettuale di Dio; non è fede, è intuizione che coglie la totalità del reale.”

Il grande pregio di questo libro, e merito della sua autrice, è quello di averci avvicinato ai grandi temi della filosofia senza quella preclusione che, a volte, consideriamo come materia ostica, qui diventa invece il riflesso di una vita vissuta in coerenza con le proprie idee, pagandone il prezzo senza rinunciare all’esercizio del pensiero, senza rinunciare alla libertà.

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