Nel segreto scrivere
Elio Scarciglia, Cappella Baglioni di Spello, I volti del Pinturicchio

Nel segreto scrivere

diLoredana Semantica

È un fresco mattino, sorge il sole di primavera, dalla finestra entra il tepore dei raggi che inondano la stanza di luce. Emily allontana le coperte dal viso e allunga le braccia, sbadiglia, stropiccia gli occhi. Adesso è sveglia. Sveglia e felice. Appena ieri nuvole dense e una bruma persistente avevano reso imbronciato il cielo e anche il suo umore. Oggi le lenzuola, fragranti di sapone, sembrano più bianche, le pareti della stanza più luminose e colorate, le rose della carta da parati più vive e il verde dei tralci che s’inseguono sul color crema dello sfondo brillano di un verde più intenso.   La stanza è arredata semplicemente: un solido armadio, il letto di legno con pediera e testiera che verso l’alto si Incurvano leggermente all’infuori, un comò, un minuscolo tavolino, la sedia di noce con la seduta impagliata, tende di damasco pesante alle due finestre. Questa è la stanza di Emily a Homestead, la casa ad Amherst in Massachusetts. Emily scrive poesie nel segreto della sua stanza. Sogna di diventare una grande poetessa. Sogna che un giorno le sue poesie la renderanno immortale. Scrive in modo originale, insolito. Non imita nessuno. Usa spesso i caratteri maiuscoli, a inizio verso ma anche per nomi concreti o astratti e persone, ricorre ai trattini degli incisi per parole da evidenziare, enfatica, elegiaca, profonda, epica, semina punti esclamativi, chiuse brillanti, usa assonanze, rime, a capo tranchant. Racconta un mondo intero di minuscoli esseri che popolano la terra: insetti, fiori, animali. Non ha paura della morte, la fronteggia, la sfida, sa che la porterà in carrozza verso l’immortalità. Non disconosce il Creatore, ma dispensa a pizzichi una sua singolare religiosità. Ha un debole per la Verità, compagna della Bellezza, disdegna la popolarità, il successo è per le rane che gracidano tutto il giorno nello stagno: un continuo gracid-io!  Si dedica agli affetti, ma vola con la fantasia. L’Amore è un sentimento centrale, è con la A maiuscola, ma incantato, sospeso, talvolta sensuale, altre decisamente erotico.  Non trascura gli altri sentimenti, la tenerezza, la gelosia, il rancore… Loda l’attenzione, specialmente per le creature più deboli. Vivido il sentimento eroico, non meno di quello dell’Eternità, talvolta una singolare durezza la porta ad essere impietosa, per avversione verso la meschinità o altre debolezze umane o condotte riprovevoli, oppure per presa d’atto o in emulazione dell’ineluttabilità della Morte. Il sole e le stelle e tutta la natura, finanche l’universo, vibrano tra le sue parole.   

Una grande poetessa indubbiamente. Una grande poetessa pensa, è inevitabile, e vive anche: una sua umana quotidianità.

Stamattina voglio andare in giardino, ma prima di vestirmi mii accomodo un momento al tavolino, voglio fissare sul foglio un pensiero che solletica la mente. Una fragranza floreale evocatrice. La meraviglia racchiusa tra i petali pima che la rosa fiorisca in pienezza. Tutta la meraviglia del divenire, l’incanto delle potenzialità. 


F1365  (1875-1877) 

L’acme è dolce ma il cuore 

per questo aspetto

ha doti di prospettiva 

che la realizzazione non conosce.

Chiedi alla Rosa più orgogliosa 

cosa l’ha avvinta di più 

e lei ti dirà con un sospiro

il fascino del bocciolo.

*

Crisis is sweet and yet the Heart 

Upon the hither side 

Has Dowers of Prospective 

Surrendered by the Tried - 

Inquire of the proudest Rose 

Which rapture - she preferred 

And she will tell you sighing - 

The transport of the Bud -


Bianco è il mio il vestito, la gonna scende lunga fino ai piedi, a trenta centimetri dall’orlo la decora un’alta balza a pieghe, il colletto ha un giro di pizzo, il corpetto è a camicia, sul davanti una fila di bottoni, le maniche lunghe finiscono con i polsini.  Il bianco è il mio colore preferito riflette e splende. Purezza che incanta e conforta. Una carezza di luce che dipana l’ombra, la feconda, la rivolta. Il respiro si allarga, nel bianco prende vita la vita, innesca il movimento, l’alacre operosità di una giornata.  Dicono che mi vesto di bianco perché sono epilettica, questi sono i pettegolezzi delle servette, io adoro il bianco perché è un balsamo guardarlo, è la cura per ogni tristezza, simboleggia il percorso di guarigione da una malattia, esalta l’essenzialità, purifica e depura, concentra verso l’intimo le energie e poi lo vesto per manifestare al mondo la consapevolezza del mio ruolo, quello di comporre a parole l’universo. Costruirò un edificio che mi sopravviverà, attraverserò i secoli, sfuggirò al tranello della finitudine, dilaterò l’esistenza e ferma nell’immobilità di questo punto crocifisso, percorrerò ogni angolo della terra.

Adesso però scendo a fare due passi nel parco, le mele mi aspettano e anche l’erba, i ranuncoli, le violette, gli iris, le margherite, i bombi. Ho più bombi io nella testa che un prato in fiore.  M’inebrio nel sentire i profumi e i ronzii, i cinguettii. La natura del creato manifesta la presenza e la potenza generatrice di un Lui altissimo che benedice la vita col dono di frutti, fiori e bestioline.

Carlo, il mio adorato terranova, mi segue in giardino, è fedele e infintamente buono, il mio angelo. C’è anche Austin nel parco, mio fratello, si avvicina, saluta e poi mi parla. Di cose noiose, parenti, visite a Evergreens. Evergreens è uno splendore di casa, secondo me ad Amherst non c’è una casa più bella. Mio padre l’ha costruita proprio qui a due passi per lui e la moglie Susan – Oh la mia adorata Susan! - l’ha arredata con mobili di quercia, sedie gotiche e ha i balconi, come le case italiane. Mi fermo sotto il melo. Vorrei una crostata stasera. Basteranno sei mele? Sono piccole e profumate. Carlo con un sospiro a stantuffo s’è accovacciato ai piedi dell’albero. Io colgo le mele. Solo Austin rompe il silenzio con le parole, non lo ascolto molto, preferisco giocare a nascondino col sole che occhieggia tra le fronde.  

F190 - (1861) 

Non ero rosa eppure mi sentii fiorire

Non ero uccello ma fluttuavo nell’aria.

*

No Rose, yet felt myself a'bloom, 

No Bird - yet rode in Ether -

Un’ape corteggia una mela il suo ronzio è un sottofondo musicale. La osservo con attenzione, sollevo una mano, quasi la tocco. L’addome gonfio e peloso vibra, le ali trasparenti si agitano in fretta, pendono dal corpo le zampette nere cosparse di polline.  Adesso zigzagando vola via verso un cespuglio vicino, dove troneggia una rosa color corallo.  Sopraggiunge una farfalla, sulle ali ha colori sgargianti, si poggia quasi sulla mia spalla, leggera come una carezza, poi, sfiorando i miei capelli, si dirige verso la rosa. Anche lei! Comincio ad esserne gelosa. Stasera scriverò della farfalla e della rosa. Intanto la colgo.  


F661 (1863-1862) 

Qualcosa come una farfalla 

che si vede della Pampas brasiliana 

solo a mezzogiorno, Dolcezza, non più tardi

poi il permesso cessa

come una rosa che si offre al tuo passaggio

disposta ad essere raccolta

come le stelle – che hai visto la Notte scorsa -

oggi estranee.

*

Some such Butterfly be seen 

On Brazilian Pampas - 

Just at noon - no later - Sweet - 

Then - the License closes - 

Some such Rose - express - and pass - 

Subject to Your Plucking - 

As the Stars - You knew last Night - 

Foreigners - This Morning –


Note

Il racconto in prima persona della quotidianità della poetessa è  frutto di fantasia, ciò può comportare incoerenze, ad esempio la prima poesia riportata fu scritta dopo il 1866 quando Carlo, il cane di Emily, è già morto.

Le poesie sono liberamente tradotte dall’autrice dell’articolo. 


La lettura di questo articolo è riservata agli abbonati
ABBONATI SUBITO!
Hai già un abbonamento?
clicca qui per effettuare il login.

Commenti

Lascia il tuo commento

Codice di verifica


Invia

Sostienici