Osservazioni sopra lo stato di cose presenti 2
Elio Scarciglia, Museo della poesia, Jasi, Romania

Osservazioni sopra lo stato di cose presenti 2

diVincenzo Crosio

Nella riorganizzazione degli stati nello Stato globale come stato-macchina, processo dentro il più vasto processo di riorganizzarne dello Stato cybermultipolare  che vede due grandi aggregati dividersi lo spazio planetario Usa-Europa e Cina-Russia-Iran con i vari substrati e influenze neocoloniali (il cosiddetto Brics o ‘altro mondo’), due sono le funzioni predominanti, il Cyberspazio come spazio di dominio e lo stato di guerra permanente come condizione necessaria alla costruzione dello Stato-macchina globale. Sembra strano ma ciò che papa Francesco teorizzava come ‘terza guerra mondiale a pezzi’, in realtà è una teoria della guerra senza fine che ha una data e autori precisi alquanto inaspettati, Richard Nixon e il generale Mac Namara travolti, l’uno dallo scandalo dello Water Gate in patria e l’altro dalla guerra poco onorevole e perdente del Vietnam.Questo  per dire al mondo ‘guardate che le cose stanno in questo modo e la nostra disfatta e’ il prologo di qualche altra cosa ben più grave:The War without end. La guerra d’ora in poi, era il 1974, non avrà più fine, non sarà connessa ad uno stato d’eccezione ma sarà l’essenza stessa del procedere della storia e come tale invaderà ogni angolo del pianeta perché -altra sorpresa- i paesi affamati del mondo circonderanno il Capitalismo mondiale, teoria e previsione già preannunciata da Maotze Dong e il suo delfino, il capo dell’Esercito popolare di liberazione cinese Lin Piao. Ma come dire l’innesco finale della strategia della guerra permanente come base fondamentale alla realizzazione dello Stato-macchina globale erano altre durissime condizioni di sopravvivenza per l’umanità, un nuovo colonialismo, l’Ipercolonialismo e la nascita di un nuovo ceto politico globale che fondava il suo dominio sulla predazione di ogni fonte di approvvigionamento delle risorse naturali, sull’impiego della ricchezza che gli stati-nazione gli concedevano per comprare armi e fare la guerra ai vicini e dominare internamente i propri popoli e soprattutto poter usufruire dei componenti software e hardware della nuova industria bellica. I droni ne sono l’esempio più lampante, ma non solo, diventano armi micidiali anche i telefonini e qualsiasi cosa abbia una batteria di ricarica all’interno. Basta una telecamera a fare danni mortali mirati, come nel caso dell’attentato a  Aḥmad Shāh Masʿūd, noto anche con lo pseudonimo di generale Massoud un militare, politico e guerrigliero afghano dell'Alleanza del Nord, combattente contro il regime talebano afghano, che fu ammazzato proprio in questo modo, con un’arma nascosta dentro una telecamera. Con effetto tele comunicativo immediato sulla rete di comunicazione mondiale. 

Anche l’immagine diventa una possibile arma di guerra e di propaganda. Questo significa,  per il dominio dello Stato-macchina, avere a disposizione uomini, mezzi e sapienza di uso mediatico dell’Immagine, usata come arma di persuasione e terrore di massa. Nasce dunque una nuova branca delle scienze umane, la psicologia e la semiologia della guerra, già anticipata nel secolo scorso da Paul Virilio, architetto, filosofo e semiologo della velocità nelle sue opere fondamentali che hanno fatto scuola, che pose per la prima volta il legame tra la macchina, la guerra e la velocità. E soprattutto un ceto e una gerarchia sociale in grado di supportare tale potenza militare e mediatica. La guerra diventa dunque anche guerra psicologica, come insegna la recente guerra in atto tra Israele e le potenze vicine ad alto impatto strategico, militare e di terrore di massa. La potenza di una nazione e di uno stato dal  momento in cui la Cyber war e l’impatto mediatico ebbero un enorme funzione militare (fanno più evidenzia paradigmatica le insegne degli eserciti mercenari che le insegne delle armate regolari) si rese evidente all’inizio del nuovo millennio  con l’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono americano, potenza di distruzione che  non dipendeva più da uno sterminato esercito di massa ma dalla sua capacità di distruzione tecnologica militare, dalla sua capacità di dominio del Cyber spazio. Questo ha comportato il ridimensionamento degli stati non egemoni in stati incastonati perfettamente nelle due sfere di dominio globali, Usa-Europa-Australia e Cina-Russia-Iran e collateralmente India e paesi  orientali. Tutti uniti dalla produzione di denaro attraverso la predazione del territorio, la distruzione dei territori rendendoli un deserto di macerie e non più abitabili, con esodi di massa e in massa come apocalisse storica mai prima visti e resi evidenti dai mezzi di comunicazione. Esportando il dolore e il terrore da un punto all’altro del pianeta. Il pianeta in questo, nella guerra permanente e nell’immagine della guerra permanente, non ha più confini. Il globalismo del terrore e del terrore mediatico è perfettamente riuscito e dunque il dominio degli stati sottomessi dal nascente Ipercolonialismo di guerra con la conseguenza della diffusione della guerra in ogni parte del mondo, dall’Africa ai Confini dell’Europa , in Medioriente e negli stati Shariani e subsahariani e con la conseguente distruzione per morte e fame della maggioranza della popolazione planetaria, Sud America compreso, in stato permanente di instabilità economica e politica. Il caos regna nel mondo mentre la pace è solamente un artifizio retorico. La guerra e lo Stato-macchina globale non hanno nessun altro fine che la nuova schiavizzazione di masse impoverite e la creazione di nuovo Denaro in masse di capitali attraverso il dominio finanziario del mondo. Nessun altro fine se non questo, la distruzione del pianeta, delle sue risorse naturali attraverso la predazione continua per centralizzare nello Stato-macchina risorse sempre crescenti di Denaro. Si calcola che la produzione e l’accumulazione di denaro attraverso la finanziarizzazione dello Stato-macchina globale, dalla fine della seconda guerra mondiale, sia aumentata ogni anno progressivamente del mille per mille, alimentando da un lato una produzione di merci per la stessa quota e dimensione e un consumismo sfrenato che non conosce più limiti in quanto la produzione di merci è globale e contemporaneamente l’allargamento della forbice tra consumi di massa e povertà di massa sempre crescente. E non è affatto secondaria la velocità di circolazione e di accumulazione di denaro, che avviene in tempi rapidissimi, quasi istante per istante producendo numeri dell’ordine di trilioni se non di triliardi che le banche e i mercati scambiano ogni giorno, determinando una economia a sé. L’ordine finanziario mondiale è in realtà il vero ordine sovrastrutturale che realizza la potenza della Supermacchina globale, l’aspetto macchinico del moderno Golem. Felix Guattari già in ‘L’inconscio macchinico’, riportava tutto questo ad una produzione inconscia, quasi originaria che si esprimeva secondo un linguaggio matematico, algoritmico piuttosto che una lingua del mito e della mitopoiesi: ’ I nuovi psicoanalisti hanno elaborato dei modelli teorici più puri e meglio sterilizzati dei vecchi: ci propongono ora un inconscio strutturale svuotato di tutto l’antico folclore freudiano o junghiano, con le sue griglie interpretative, i suoi stadi psico-sessuali, i suo drammi ricalcati sull’antichità… Secondo loro, l’inconscio sarebbe “strutturato come un linguaggio”. Ma, e va da sé, non come un linguaggio di ogni giorno! Piuttosto come un linguaggio matematico. Per esempio J. Lacan parla oggi correntemente di “matemi” dell’inconscio… ‘ Dunque questo linguaggio non più solo inconscio ma liberamente manifesto sarebbe anche una pulsione di morte coniugata con un linguaggio simbolico e matematico, quasi algoritmi mortali di uno psicokiller. Linguaggi e immagini che inquinano e seducono nell’Infosfera le moltitudini affamate di autorità forti e si trasferiscono anche nella Psicosfera. E’ un black out continuo tra Informazione, Immagini e Psicosfera. La questione è di una radicalità estrema  e pone al pensiero contemporaneo e alle sue modalità quesiti drammatici cui obiettivamente non si vedono risposte adeguate. In realtà la domanda, il perché di una operazione di intelligenza artificiale così estrema, dovremmo ricercarla in ambito della nostra coscienza più nascosta e a noi sconosciuta, quasi una latenza psichica che emerge in tutta la sua potenza, una mutazione inaspettata di alcune biostrutture cognitive, ma a ben vedersi preannunciata da W.Benjamin e Winnickot ed altri, un temuto parlare di sé in un monologo-dialogo della ‘writemachine’, della macchina di scrittura inconscia. Ma qualità dell’informazione di diffondersi per assimilazione memetica e mimetica, quasi fosse un virus che contamina attraverso una imitazione che si generalizza da membro a membro di una comunità secondo la teoria di Richard Dawkins esposta in ‘Il Gene egoista’, è dunque come già intuita dallo stoicismo, semanticamente germinativa, come se fosse il logos semiogenetico e commutativo.

Ma paradosso dei paradossi una minima parte di questa montagna di denaro prodotto dallo Stato-macchinica può essere investito nella produzione dei beni e nella sfera del consumo, cosicché il saggio di profitto assoluto e relativo si riduce progressivamente fino a costringere le imprese a delocalizzare nei paesi dove i costi di produzione sono più favorevoli. E questo meccanismo produce disastri industriali e desertificazione industriale, inducendo la precarietà costante nelle forze di lavoro necessario e altro paradosso questo meccanismo di investimenti e disinvestimenti, secondo la cosiddetta forbice, o biforcazione di Gini, produce miseria e disoccupazione. Quanto più lo Stato-macchina produce ricchezza e la espropria privatamente , tanto più cresce la povertà della popolazione nel mondo.Nota tra l’altro, già descritta nei Grundrisse di Karl Marx e nel Terzo volume del Capitale edito da Engels nella sezione ‘Crisi per sovrapproduzione di Capitali’,negli studi di Claudio Napoleoni ,di Amartya Sen e Samir Amin. L’alternanza di inflazione e deflazione è sempre più un intreccio nodoso che registra come in una montagna russa questo alternarsi delle crisi globali. Questo è lo Scenario: insieme di catastrofi, cambio climatico e crisi dilaganti in cui gli uomini si trovano a vivere, in cui si determinano le condizioni psichiche ed esistenziali, da cui psiconevrosi omicidarie o suicidiarie di cui siamo alle cronache quotidiane in ogni parte del mondo. Carlo Ginzburg (Miti emblemi spie. Morfologia e storia) se se ne fosse occupato, parlerebbe di epidemie neurovegetative in corso. In realtà queste psiconevrosi attive sono l’equivalente del colera e della peste del passato, ma sono certamente molto più potenti non solo nel produrre cliniche di ammorbamento fisico ma sopratutto di essere al centro di una fragilità psichica  indotte dalle attuali condizioni di mercato ed una costruzione dell’io tutta dentro questi meccanismi del cyber pensiero, della cyber cultura. L’Intelligenza artificiale è l’ultimo anello che ridefinisce in senso macchinino ed ‘intelligente’ questo immenso calcolo del denaro in progressiva accumulazione secondo curve esponenziali. L’immiserimento progressivo e la decrescita infelice della produzione globale porta al conseguente collasso degli stati non sufficientemente integrati nella nuova strategia dello Stato-macchina e la conseguente sottomissione degli stati non in grado di far fronte a questa strategia globale di guerra continua,in un effetto domino continuo, a interi continenti finanziari ed economici che scompaiono ed altri che emergono, in eterno bradisismo e terremoti continui. Il caos è il vero motore sotterraneo di questa curva di catastrofe, Aristotele avrebbe detto la vera dinamica di questo mondo.Demone ubriaco e impazzito del cosiddetto ‘ordine mondiale’? Certo l’‘essere di per sé’ descritto dalla filosofia del Novecento non è altro che uno stato delirante dell’umanità, pervaso da angosce profonde. Il preteso ordine mondiale che invece ordine non è ma solo furia di centomila uragani in corso simultaneamente. Vecchie potenze vengono ridotte in cenere o non in grado di competere come la Germania, la Francia e l’Italia ad esempio che vengono mantenute in vita solo dietro ricombinazione negative dei loro bilanci e ridimensionamento delle loro influenze territoriali. Preda come sono della Finanza internazionale. Detto in soldoni sono private della loro fetta di mercato. La guerra, le guerre per procura attraverso la cosiddetta guerra ibrida rendono i territori di confine dello Stato macchina globale letteralmente un cumulo di macerie,una faglia di collasso continuo come attualmente è il Medio-oriente e il confine che partendo dal Donbass attraverso il mediterraneo si estende dalla Siria allo Yemen e poi fin dentro l’Africa profonda. Lo scenario di devastazione e morte ,di desertificazione del mondo come realtà nuda e cruda, è sotto gli occhi di tutti. E mano a mano che le crisi territoriali ed economiche progrediscono in una esponenziale curva di catastrofe, la guerra aumenta di conseguenza e viene usata come gestione criminale del mondo.Fino alla cumulazione non più reversibile delle curve di catastrofe accumulate che esplodono come punti di collasso specifico. Se si considera infine che il processo storico di affermazione del capitalismo in 400 anni ha prodotto la scomparsa di intere civiltà, marginalizzato circa il 75% della popolazione globale, trasformato e sussunto le civiltà nomadi che erano la predominanza, in stati-nazione, stati- nazione che a loro volta sono stati sussunti nella sfera del globalismo postmoderno e poi trasformati in stato-macchina, se si considera inoltre che è in corso la quarta ed ultima trasformazione del capitalismo in Stato-macchina cibernetico mondiale, in cui predomina il Denaro nella forma di dominio totale attraverso la guerra e la tecnologia digitale,si può avere l’idea di quale trasformazione sopranazionale sia in atto; ci renderemo conto pure che il capitalismo globale macchinico o Stato macchinico globale, la struttura Golemica dell’umano, diventa in proiezione lo Stato del capitale come funzione della macchina digitale globale, come un immenso Stato-Feticcio, che premette il suo essere superfeticcio alla condizione di una nuova religione neopagana super autoritaria, ove scienza e religione aggiogano definitivamente la coscienza del mondo. In parte già teorizzata e praticata dalla Germania nazionalsocialista. Ma qualcosa sfugge al calcolo algoritmo della grande macchina globale, il disordine climatico genera desertificazione, uragani e tracima mento dei fiumi che trascinano via tutto, oceani capovolti e surriscaldati che impediscono agli uomini di sopravvivere agli allagamenti come in un romanzo di Phil Dick o di Ballard. Siccità si alternano ad ondate di calore. Ancora una volta vita reale e fiction s’intrecciano come in  un Pulp fiction tragico ed infinito.

 Che fare dunque in questo scenario di guerra permanente e di simbologia della guerra mediatica? Come porre rimedio all’immenso frattura psicogenetica di un mondo in frantumi? Accanto a questa tragedia collettiva in atto che ripiomba l’umanità in un rinnovato medioevo barbarico di cui la seconda guerra mondiale è stato il preannuncio, cosa possiamo pensare come strategia di difesa e resistenza quotidiana?Rifarci alla teoria e pratica di questa difesa che nei secoli l’umanità ha prodotto come resistenza alla tirannide di sempre, allineata in un cosmopolitismo rinnovato. Non ci resta che costruire la dove sia possibile nicchie di sopravvivenza umana, oasi nel deserto attuale di riconversione ecobiofilosofica dell’ umano. Con altri codici,altri linguaggi simbolici e soprattutto altre costituzioni secondo il diritto, lo ius civile e politico di una nuova Common Law, ricostruendo l’antico lavoro che da sempre l’umanità fa su se stessa, decostruire e scrivere il nuovo manoscritto, il nuovo capitolo della Nuova Atlantide:memoria, intelletto e sapienza collettiva. Ripensando a nuove e vecchie strategie di difesa collettiva come strategia di resistenza civile, di sapienza connaturata alla misura della tragedia in atto. Con coraggio, determinazione e una nuova scienza, la scienza nuova delle costruzioni, l’epistemologia semantica degli eventi, una nuova ecologia semiotica, che ponga mano alla riorganizzazione delle comunità sottraendole allo Stato-macchina e restituendole alla federazione delle comunità ecosolidali. Un Kintsugi collettivo e universale che solo l’ecobiofilosofia può fare. Un lavoro enorme di cura e non abbandono, di ricucitura di tutte le ferite che il demone impazzito della guerra e della follia procura senza più alcuna pietà sul corpo sociale martoriato. 



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