Porto. Tra cielo e acqua
Elio Scarciglia, Napoli (Castel Sant'Elmo), "Dignità autonome di prostituzione"

Porto. Tra cielo e acqua

diTeresa Mariniello

 Il pendio è ricoperto di case, le case disegnano vie, e, siccome il suolo è tutto granito su granito, il viaggiatore ha l’impressione di percorrere sentieri di montagna. Ma il fiume arriva fin quassù… 

                                                Josè Saramago, Viaggio in Portogallo

 

 

Passeggiare per Porto, scoprendola e godendola nei suoi molteplici aspetti, è insieme gioia e fatica.

È una gioia per la bella gente che incroci. Non basta dire che sono sorridenti, allegri, distesi e senza nessuna fretta di raggiungere chissà cosa come avviene in tante città contemporanee, e neppure basta sapere quanto ti rallegrano dicendoti spesso la bellissima parola: Encantado.

È che sono amabili e hanno verso gli altri, anche quelli che non conoscono, un’attenzione, una vicinanza che ti fa sentire subito parte della comunità.

La fatica invece è quella del passo che deve adeguarsi a salite lunghe e irte seguite da altrettante discese ripide, tanto che ti chiedi dove possa essere il centro antico da cui solitamente si diparte il sistema viario disposto secondo la morfologia del terreno; cerchi curve che si allargano scendendo a valle oppure che si serrano in strette vie che danno la vista su gole o dirupi. 

Cerchi di tagliare in qualche modo trasversalmente per attraversare in piano un luogo che piano non è da nessuna parte, se non lì dove il fiume si apre in una grande ansa accanto all’Oceano, ma è lontano dalle vie che percorri.

Allora capisci che non c’è un unico centro ma più di uno. Cominci a cercarli attraversando la storia della città così come la senti e la vivi attraverso i selciati delle strade e i monumenti salienti.

Scorgi in alto la Cattedrale e ti avventuri, salendo, tra case addossate le une alle altre in serrate cortine e su lotti allungati. Grossi massi granitici sporgono dai muri per invadere le strette vie e farsi sedili o ricoveri di piante. Le case, di pochi piani, hanno colori vivaci e danno su piccole piazze. L’impronta è decisamente medioevale così come quella della piazza più grande dal nome Largo da Pena Ventosa.

Ecco uno dei cuori antichi della città.

Posto in alto, provvisto di corsi d’acqua e difeso dalla morfologia del terreno, che diventa scosceso avvicinandosi al fiume Duero, è stato uno dei primi insediamenti già in periodo neolitico, a cui sono seguiti altri sulle varie colline vicine dando vita a villaggi fortificati.

Continui a girare per vie che son diventate scale e incontri tracce dell’antico sistema difensivo delle mura di cui resta un arco armonicamente inserito nel tempo alle costruzioni vicine.

E intanto arrivi alla Cattedrale. Costruita in stile romanico sui resti di un antico eremo, si presenta chiusa come una fortezza con due alte torri in facciata, la cui parte centrale porta a coronamento merli che sottolineano ancor di più il senso di difesa dato alla costruzione.

All’interno notevoli sono gli ampi chiostri con pareti arricchite da azulejos, così come all’esterno lo sono le grandi terrazze che danno sulla vista del fiume, sul magnifico ponte in ferro che collega le sponde opposte e, infine, sull’altro importante e primario nucleo della antica città. Ribeira do Porto.

Questo era in origine un nucleo urbano di tipo fluviale con caratteristiche portuali e commerciali; sorto vicino alla foce di un piccolo affluente del fiume Duero era rimasto collegato all’altro nucleo esclusivamente dal tratto iniziale di una via romana.

La struttura urbana era allora bipolare con caratteristiche che si sono accentuate poi nel tempo, il primo nucleo diventando sempre più simbolo del potere religioso mentre il secondo sviluppando gli scambi anche con la riva opposta.

Disteso lungo il fiume il primo, chiuso in un recinto fortificato il secondo.

Successivamente, tra alterne vicende di conquiste e disfatte, non si assiste a un ampliamento dei due poli insediativi quanto alla nascita di nuovi piccoli centri urbani, sia nella parte alta caratterizzata da colline sia nell’area portuale con una maglia di villaggi decisivi per la futura espansione della città.

La struttura urbana diventa policentrica, i vari nuclei, inglobandosi successivamente tra loro, hanno determinato questa inconsueta e, iniziale, poco leggibile forma di città e costretto le persone a tenere un passo che è simile a quello tenuto in montagna.

Ma torniamo in piano, nel punto della città dove è possibile farlo, torniamo al Ribeira do Porto e cioè al lungo fiume di Porto; ed è davvero un lungo fiume che si estende dalla parte antica sino ad arrivare all’ultima parte, con curati giardini e larghe spiagge, lì dove il Duero incontra l’oceano.

La parte più antica, che è immediatamente sotto il Morro da Pena Ventosa, è caratterizzata da più camminamenti. Il primo è quello proprio della via su cui si affacciano i palazzi, coloratissimi e con ringhiere traforate, e che dalla sponda opposta appaiono come appiattiti e senza prospettiva talmente le cortine delle case sono serrate e su piani verticali diversi, l’altro camminamento, immediatamente sotto, presenta tutta una serie di arcate con invasi retrostanti certamente in passato ad uso dei commerci fluviali e oggi adibiti invece a ristoranti e bar; infine, quella che era una volta la banchina, è adesso anche luogo di passeggio e godimento della vista del fiume su cui mollemente si muovono le barche tipiche del luogo, le barcos rabelos, il cui disegno risale a diversi secoli addietro e che portano sulla coperta botti per il trasporto del vino dalle cantine di produzione ai magazzini che si trovano dall’altra parte del fiume, nella città di Vila Nova de Gaia.

Le due sponde, una volta lontane e separate, vivono ora la stessa aria di spensieratezza e vivacità, sono contrassegnate in alto, quella di Porto, dalla mole della Cattedrale, mentre quella di Vila Nova, dal Monastero da Serra do Pilar, anch’esso costruito su uno sperone di roccia. Entrambi sono i fuochi ottici di un percorso, le testimonianze ricche di storia che narrano di una parte della città nel tempo.

E ammiccano, si bilanciano come pesi al di là del Duero, uniti dalla grande arcata del Ponte Luis I, leggero e come sospeso sugli azzurri dell’acqua e del cielo.


                                                                                                                   Le foto di Porto sono di Teresa Mariniello

 



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