Una recensione per lettori eccentrici. Kurt Vonnegut, Perle ai porci.
Alberto Cini - La conoscenza

Una recensione per lettori eccentrici. Kurt Vonnegut, Perle ai porci.

diPierfilippo Agosti

Kurt Vonnegut era un sognatore. Un utopista. 

E molti dei suoi personaggi in qualche modo lo sono. Sognatori o cinici, che poi a ben guardare sono due delle grandi categorie della vita. 

La prima cosa che lessi della sua produzione, vasta e alquanto eclettica, fu Mattatoio Numero Cinque (Slaughterhouse-Five or The Children's Crusade). 

Devo dire che mi affascinò, ma non mi prese completamente. 

Poi, per uno di quei casi della vita, quei nodi di scambio che inaspettatamente ti portano in un posto che non avevi scelto tu, ma che, evidentemente, e per qualche singolare motivo era lì a aspettarti, un amico mi parlò di perle ai porci. E lo comprai. 

Ma prima di parlare di questo libro voglio dire qualcosa su Vonnegut e la sua scrittura, quel tipo di scrittura che potremmo chiamare "A.I.D.". Asciutta Ironica Densa. 

In inglese “aid” si traduce con aiuto e infatti ti aiuta a entrare nella storia e nei suoi personaggi. 

È uno stile, ma anche un ausilio alla comprensione, leggero, leggerissimo e profondo anche. Denso appunto. È molto nord americano se capite il genere. Che poi nei meccanismi dell'umorismo Usa devi entrarci, altrimenti la prendi per una fesseria e invece no. È molto “A.I.D”. 

Chi vuole vada a guardarsi qualche pezzo di:

Ricky Gervais https://m.youtube.com/watch?v=iWnE6IrgpzM, 

George Carlin https://m.youtube.com/watch?v=tEvlmDb1jIw

oppure Eddie Izzard https://m.youtube.com/watch?v=MsaExRd9Wis&t=22s.

Comunque dicevo di Kurt. 


Ci sono due cose che devo dire di Kurt. Due storie su di lui che racconta il figlio Marc, così, tanto per farsi un'idea del personaggio. 

La prima è questa. Kurt era un tipo insofferente all'autorità e comunque a un certo punto della sua vita per sbarcare il lunario va a lavorare in un giornale sportivo. Così gli fanno, ehi, gli fanno, c'è questo cavallo che durante una gara ha saltato la barriera ed è scappato. Scrivici su un articolo. 

Così Kurt resta tutta la mattina a guardare il foglio bianco. E poi scrive: IL CAVALLO HA SALTATO LA BARRIERA DEL CAZZO. E lascia l'impiego. Un genio o no?

La seconda riguarda il suo elogio funebre, che scrive di suo pugno e affida al figlio. L'ultima frase del discorso dice testualmente cosi: “Grazie per l'attenzione. Io vado.”

Adesso dite, ma si può non amarlo?

Su perle ai porci (God Bless You, Mr. Rosewater, or Pearls Before Swine) vi dirò questo, poi lascio a voi ogni riflessione: 

È la storia di Eliot Rosewater, erede di un patrimonio smisurato. Per farla breve a un certo punto il tipo sbrocca, inizia a bere e torna nell'Indiana, nel suo paese di origine, un posto povero, ma povero come la merda. Insomma, decide di fare qualcosa per i meno fortunati, apre un piccolo ufficio e sopra la porta mette un cartello con su scritto semplicemente: 

FONDAZIONE ROSEWATER.

Come possiamo aiutarvi?

A me questa cosa commuove proprio, che posso farci. Per me questa è l'Utopia. 

Comunque da lì tutto un intreccio che dovete leggere da voi. 

Se vi va. 

Ma se lo fate. 

Lo amerete.

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