Francesco Di Benedetto, giovane poeta e saggista.
Elio Scarciglia, Museo d'Orsay, Parigi

Francesco Di Benedetto, giovane poeta e saggista.

diCinzia Caputo

LETTERA A MIA MADRE ed. Ensable di Francesco Di Benedetto,  giovane Poeta e saggista, con questo testo  è  alla sua seconda pubblicazione, il primo è PER NON DIMENTICARMI Edizioni Manni. 

Lettera a mia madre   è  un testo difficile, criptico e introvertito,  una pagina bianca, un vuoto  che non trova parole, non le solleva, l’essenza di un non incontro. 


I fili intrecciati da un cranio: la nostra corrente di parole. La tua TV spenta. Dormi ho paura di perderti.


Non deve essere stato facile esprimere i suoi sentimenti verso questa Madre, la Madre è per tutti fondamenta, radice, dovrebbe essere certezza, in questo caso un’assenza che fonda, che non si può colmare, neanche Freud ci riesce, resta muto significante. Proprio  la pagina bianca invece, diventa  significato, simbolo di ciò che non è stato, perduto e non ritrovato.

 

Questa forza che mi hai/per te/ è il mio mondo, senza parole. 

Vengo in mezzo al nulla brancolando l’asfalto restio/ La vergogna nella mia lingua/la paura di sopravvivermi. 


Visto però da un’altra prospettiva il vuoto è anche possibilità, spazio che si riempie nell’incontro con l’Alterità : zio Giulio. 


Dall’ora l’ho chiamato zio Giulio, come amava farsi chiamare, anche se non l’ha mai detto. 


PER NON DIMENTICARMI è invece, PADRE, Logos, Parola che apre al mondo, il padre infatti, è colui che nel bene e nel male ci presenta il Mondo e ci presenta al Mondo. 


Il tuo cuore ostinato/di ragazzo: il lavoro/paziente/ di un padre. 

Occhi operosi e discreti mi tengono per mano./Brilli alle soglie degli smarrimenti/ del mio desiderio/rapace di parola. 

Ti ho ritrovata/in un deserto di narrazioni/ ad accogliere/le mie/ note familiari. Quello che i sensi non dicono.

 

Si srotola così un racconto che è quello degli affetti, degli incontri scoperti, dei legami saldati, di quelli perduti e ritrovati, con una scrittura serrata e densa, scarna e minimalista, ma profonda e intensa che testimonia il valore della memoria.

 

Sono i tuoi occhi/ che vegliano/insensibili sul nostro rumore/ di luci/ e abbracci /ritrovati. 

Cominciasti/ a cogliere versi/persi/come scatti. Oggi volgi agli interpreti: la tua bilancia/ di resti.


Così a noi resta di cogliere i resti , e restituire con delicatezza e parole silenti i sentimenti dietro le parole/immagini  che come scatti colgono  sensibili come foglie, i momenti della vita quotidiana, la fatica di crescere, la difficolta, di amare, il bisogno di ricordare. 




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