Le anteprime,  Gianpiero Berardi "Desistenza poetica"
Gaspare Canino, Nota Gianna

Le anteprime, Gianpiero Berardi "Desistenza poetica"

diEmanuele Scarciglia

Ambizioni poetiche


Questo trarsi fuori con prestazioni

questi certificati di valore

autoprodotti detti curricula

gli scambi di cortesie editoriali

la costruzione di mondi piccoli

tutta la querula insignificanza!

A cosa dovrebbe ambire il poeta

se non a guadagnarsi la distanza?



Svegliarsi e disegnare


Svegliarsi e disegnare sulla pagina

del sonno appena perduto

con il chiuso delle palpebre

la memoria di un vento inspiegato

che riga soffiando di graffi invisibili

il sogno di uno spalto vuoto

è una fuga

dal senso che si cercherà invano

per tutto il giorno seguente

dietro i quotidiani colori e lezzi

del mondo cosciente.

Dura solo il tempo

impiegato a ricomporsi

dalla mente.



Io, te (e magari anche le rose)


Tutte uguali, tutte uguali o quasi!

Tutte d’un lirismo spompo, tutte

sulla linea del dialogico dualismo

dell’effetto lessicale, dell’affetto,

del vago malessere particolare

del filosofeggiare sulla dimensione

(la dimensione) esistenziale,

sul convincimento illusorio

autocompiaciuto di chi pensa

che da pochi sarà decriptato

e di chi scrive, quale simulacro

del verso inafferrabile, l’ennesimo

trito rigo anchilosato.



Gli scavatori


Gli scavatori interiori

i minatori di sé stessi

si minano.


Gianpiero Berardi è nato ad Ivrea nel 1975 e vive a Terlizzi.

Medico radiologo, scrive fin dall’adolescenza. La sua prima raccolta poetica (L’assioma del vuoto, per “I Quaderni del Bardo”) risale al 2020. Due sue poesie sono apparse sulla rubrica “Bottega della poesia” di Republica, a cura di Vittorino Curci.

Collabora con il blog “Circolo letterario Vento adriatico”.


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